Sbiancamento dentale: in cosa consiste? Lo sbiancamento dei denti è una procedura odontoiatrica che può essere eseguita dall’odontoiatra o dall’igienista dentale, consiste nell’applicare sui denti dei gel a base di perossido di idrogeno o di carbamide al fine di sbiancare i denti.
Da non confondere con la rimozione estrinseca delle macchie, che viene effettuata con strumenti meccanici quali ultrasuoni e strumenti sonici o mediante l’utilizzo di air-flow (polveri in microgranuli erogate ad alta pressione insieme ad acqua), tali pratiche infatti hanno il fine di rimuovere tutte le macchie presenti sui denti causate da nicotina, caffè, thè, liquirizia, coloranti presenti nei cibi, vino rosso, soia, verdure cotte ecc., e riportare il dente al suo colore naturale.
Con lo sbiancamento invece si riesce a sbiancare il dente agendo sul croma dello stesso e rimuovendo i legami cromogeni all’interno del dente, questo consente di avere un colore più bianco che può essere mantenuto nel tempo facendo attenzione all’assunzione delle sostanze sopra citate.
Esistono fondamnetalmente due tipi di sbiancamento, quello eseguito in poltrona , in cui il clinico applica il gel sbiancante con alte percentuali di perossido e quello domiciliare in cui è il paziente che applica all’interno di mascherine costruite sull’impronta delle proprie arcate un gel sbiancante.
Entrambe le metodiche sono valide, tuttavia maggiori risultati sono stati riscontrati nelle applicazioni fatte in studio, in quanto danno un risultato più rapido e una ridzione maggiore nella scala colori.
Il clinico dopo attento esame obiettivo saprà indicare se possibile fare lo sbiancamento e quale metodica è più adeguata per il paziente.
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